Il Re di Napoli è caduto, e spetta a noi rialzarlo

Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.” Cantava De Gregori nel 1982 nella celebre canzone “La Leva calcistica del ‘68”. Può sembrare un caso ma quel “Nino” che De Gregori incoraggiava sembra essere proprio il nostro Higuain. Una stagione fallimentare, un anno da dimenticare ma reso meno amaro dalla doppietta (decisiva) contro la Juventus in Supercoppa. Perché Gonzalo è caduto? Perché proprio quest’anno? Per me tutto parte il 13 luglio 2014. Siamo in Brasile a Rio de Janeiro e si gioca la finale del Mondiale fra Germania e Argentina. Higuain dopo un percorso strepitoso in quella competizione, vede la Coppaa un passo. Ma il pipita non brilla e con lui l’intera selezione argentina. E così la Germania diventa campione del Mondo. Le finali, si sa, passano una volta nella vita (se non per rarissimi casi) e Gonzalo questo lo sa. Rio 2014, Higuain, se lo porterà dentro sino alla fine dei suoi giorni come, probabilmente, il suo più grande fallimento. Poi, col Napoli, arriva la tragica notte di Bilbao che spedisce gli azzurri fuori dalla Champions. La notte di Rio è entrata nella testa dell’attaccante argentino che inizia la stagione napoletana con brutte prestazioni. Il Napoli vacilla, non è esaltante come la stagione precedente. Il leader in campo è assente… e il rimpianto di Rio pesa sempre più. Ma Higuian non perde la fantasia e l’altruismo di servire i compagni quando può e deve, e non perde il coraggio quando si trova a dover tirare un calcio di rigore. Il San Paolo non lo abbandona. Poi c’è la Supercoppa, due reti, i calci di rigore e il Napoli porta a casa il trofeo ai danni della Juventus. Il Pipita sembra tornato ma è solo un abbaglio. Tra alti e bassi si arriva alla doppia sfida contro il Dnipro in semifinale di Europa League, Gonzalo sbaglia l’impossibile e Boiko (il portiere ucraino) sembra Lev Jascin. Il Napoli è out dalla competizione, il San Paolo dentro e fuori rumoreggia…contro il Pipita. Poi c’è la Lazio all’ultima di campionato, gara valida per il terzo posto e per la Champions e per una stagione. Il Napoli rimonta grazie al suo numero 9. Poi viene fischiato un rigore per i partenopei e il Pipita ha il coraggio di tirarlo, di prendersi lui la responsabilità. Dagli undici metri sbaglia clamorosamente e la Lazio conquista il terzo posto. Higuain viene fischiato. Nessuno, o quasi, lo difende. Poi si arriva al 4 luglio, quasi un anno dopo la tragica notte di Rio. C’è un'altra finale da giocare, quella di Copa America contro il Cile a Santiago. Mon è una notte ma un pomeriggio. C’è ancora l’Argentina in finale ma la gara viene decisa ai rigori dove Higuain sbaglia quello decisivo e il Cile diventa campione. Sui social c’è chi infierisce: “Higuain è l’unico giocatore ad aver fatto vincere qualcosa a Edu Vargas (capocannoniere della competizione)” “Rivogliamo Cavani”, e cosi dicendo. Insomma il Re è “nudo”. Due finali fallite che non ripasseranno più ma dovrà essere il Napoli il suo riscatto… come lo fu per Maradona dopo Barcellona e le ingiurie ricevute quando fu convocato la prima volta in Nazionale. Napoli dovrà essere la sua Argentina. Per rendere ciò possibile, il Pipita ha bisogno del San Paolo e dei suoi tifosi. Le finali sono treni che non ripassano ma col Napoli c’è ancora molto da dover giocare e vincere. Via Benitez e dentro Sarri sulla panchina. Solo il Napoli e Napoli possono seppellire le due finali fallite, solo con il grande cuore dei tifosi Higuain potrà tornare a essere il Re.

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