Il Napoli di Sarri in una sola parola: semplicità

Ci pensi e ti chiedi: cosa è cambiato rispetto all'anno scorso? No, non sforzatevi a trovare un'unica risposta perchè non la troverete. Il punto di forza di questo Napoli è proprio non avere un solo punto di forza. Perchè le partite nell'arco di una stagione sono tante, e non puoi pensare di battere gli avversari sempre alla stessa maniera. Specialmente in serie A, ogni allenatore per sei giorni prima della gara studia e fa studiare anche i movimenti dei magazzinieri dell'avversario. Possiamo ripartire da qualche certezza, questione di numeri. Giusto per non sbagliare. Intanto abbiamo capito (forse già dallo scorso anno) che minimo sette giocatori a protezione della porta sono indispensabili per il recupero palla. Ogni riferimento a cose o persone è puramente voluto. Nel frattempo, rimettere i giocatori nel proprio ruolo può già rappresentare un buon punto di partenza. La differenza tra una mezz'ala e un trequartista sta proprio nel fatto che uno fa la mezz'ala e uno fa il trequartista (!). Per info chiedete al numero 17 del Napoli. L'allenamento. A questo punto, cari lettori, mi dovrete scusare. Ma se un giocatore corre più a lungo, arriva prima sul pallone e può fare più partite, voi come lo definireste questo? Nella mia lingua viene chiamato vantaggio. Quasi ci hanno fatto credere, causa curriculum stellati, che l'allenamento senza palla fosse roba da maratoneti e non più da calciatori. C'è da dire che lo zampino da parte della società (finalmente) è stato messo. Un centrocampo (a due!) che ha avuto come protagonista David Lopez io davvero ho fatto fatica ad immaginarmelo, pur vedendolo. Con i giusti tributi, del tutto doverosi, ad un elemento come Maggio, era giunto anche il momento di cambiare qualcosa da quel lato. Sul salto di qualità a porta sorvolerei. Ampiezza? Sì, grazie. Finalmente è tornata. Qualche idea di trequartista è passata per la testa dell'allenatore. Ma poi avrà pensato semplicemente che, con esterni così, il trequartista centrale diventa un peso e non un vantaggio. Il sorriso. Se sei giorni su sette ti alleni fino a farti venire i crampi, e la domenica senti le gambe che vanno, puoi anche non segnare per qualche settimana. Sei felice lo stesso. Altri la chiamerebbero cura-Higuain. La ricetta esatta, con misure e temperature, Sarri non l'ha mai avuta. Ci ha messo solo un po' di intelligenza nel capire che una squadra, nata per giocare in un determinato modo, doveva giocare in quel modo. Il calcio non è astrofisica. Pochi elementi, essenziali, ma imprescindibili. Sarri lo sa e li ha messi in questo Napoli. Merito a lui perchè a questo mondo la semplicità è virtù. 

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