Confusi e abbandonati

È pur vero che un risultato di inizio ottobre non può essere decisivo per lo scudetto di maggio. Ma non è vero che il punticino di Napoli-Torino valga a rianimare in parte la gente azzurra. Certe partite depositano nella testa e nel cuore sensazioni che valgono più dei punti in classifica. E questo 0-0 significa molto o troppo. Mostra una forsennata confusione, uno scollamento tra produzione e prodotto, come se dalle migliori intenzioni e dalle parole di solidità tattica e quindi di grande prospettiva, ci si trovasse a dar conto di annunci stroboscopici (“il secondo posto mi annoia”, “una ottima campagna acquisti” etc. cfr Carlo Ancelotti) e soprattutto di manchevolezze e delusioni. Oggi il Napoli si specchia nella sua amara realtà.

Salvato da un quarto d’ora di fuoco, il primo del secondo tempo. Prima e dopo il solito pallido Napoli di questo periodo. Il risultato tiene il Napoli in zona Champions. Ma le buone notizie finiscono qui. Sino all’intervallo non c’è partita. Il Napoli resta quello vuoto visto con il Genk. Una squadra fragile in difesa, piatta a centrocampo, inconsistente in attacco. Già, nemmeno il recente costoso (42 milioni, il top sinora) riesce a far cambiare il corso delle valutazioni complessive. Hirving Lozano più che un colpo di mercato, oggi é un enigma. Un calciatore misterioso  che dà la stura a una necessaria autocritica.  Il racconto agiografico delle figure vincenti che arrivano a Napoli, condito da imbarazzanti toni encomiastici, deve fare riflettere e molto.  Particolarmente  sul modo di informare. Anche e, soprattutto, nel calcio. 

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