Questione stadio, la verità sta nel mezzo

Uno stadio ridotto al degrado più totale, reso caldo solo dalla tifoseria e niente più. Nessuna demagogia. Ma quella struttura, tempio del Napoli, è impresentabile agli occhi dell'Italia, dell'Europa e degli stessi napoletani. De Magistris e De Laurentiis battibeccano per le radio, nel frattempo il San Paolo cade a pezzi. Ognuno tira l'acqua al proprio mulino, ma c'è chi forse dimentica un aspetto fondamentale. Senza denari - si dice da queste parti - non si cantano messe. Figuriamoci ristrutturare uno stadio. I limiti posti dal presidente del Napoli sono vincolanti, è vero. Ma sono le garanzie che vuole un imprenditore, uno che vuole metterci cifre che pochi investirebbero in questa terra. E quelli che hanno la volontà di farlo, magari, non hanno i quattrini. No ai concerti sul prato? Come dargli torto. A voi piacerebbe se uno sconosciuto per affari suoi entrasse in casa vostra e staccasse il pavimento da terra? Molti mi risponderebbero "Ma De Laurentiis non è il proprietario del San Paolo". Giustissimo anche questo. E' il comune a detenere la proprietà di quella struttura. A quanto pare, però, per affidarsi a capitali non comunali ma privati, il primo cittadino non dispone di questa enorme liquidità in cassa a palazzo San Giacomo. Investendoci qualche milioncino, ADL vorrebbe pur contare qualcosa visto che le eventuali riparazioni andrebbero a sue spese. Senza dimenticare che potrebbe inoltre essere minacciato il fine principale del San Paolo che resta una struttura sportiva. De Magistris vorrebbe decidere con le tasche degli altri e De Laurentiis abusa del potere del 'Dio Denaro'. La questione prato è solo uno dei cavilli che blocca la ristrutturazione dello stadio. Certo, da cittadino napoletano brucia sentire che i vari Vasco, Jovanotti, Ligabue e compagnia cantante vanno all'Arechi di Salerno che conta circa 10 mila spettatori e non al San Paolo che come capienza è cinque volte superiore. Diciamoci la verità, forse questo benedetto progetto di De Laurentiis non è del tutto pronto o magari il presidente non è certo dell'investimento, dall'altra parte troviamo un sindaco che forse tutte le situazioni burocratiche non le ha risolte ed ecco che otteniamo esattamente il perfetto San Paolo che ogni stagione rischia di non giocare le gare casalinghe nelle competizioni europee. 

 

[ Leonardop Vivard ]

Twitter: @LeonardoVivard

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