Finalmente la medicina giusta: vincere

Fra tutte le paure che Maurizio Sarri non ammetterà mai, la più profonda è il suo volto solcato da 40 centimetri di rughe dopo la partita. La faccia di un allenatore a suo modo in attesa di risposte, per via del buio di risultati che lo accompagna da quand’è al Napoli. Il buio dell'abbandono da parte dei tifosi delusi e l’opportunità di una partita di Europa League, contro il Bruges, che era, è e può diventare un pozzo dal quale arrampicarsi e risalire. Perché alla fine, nonostante l'insostenibile leggerezza dei belgi, il Napoli è tornato a vincere e adesso, quelle facce di Sarri e dei suoi giocatori, ringhiano – si spera - sul muso del campionato, a cominciare, si confida, dalla Lazio.

Perché in una vittoria così robusta, ancorché facile fin quando si vuole, contano anche i rapporti tra le persone, e i ragazzi del Napoli stasera sembravamo ipnotizzati da Sarri e lo stesso Sarri è rimasto stregato dal suo cambiamento tattico dal 4-3-1-2 al 4-3-3. Ma c’è altro. C’è un centrocampo più protettivo della difesa e c’è un marcatore, Koulibaly, che è di altra pasta rispetto alla coppia Chicheres-Albiol. più portati a seguire l’evoluzione della palla piuttosto che l'avversario. E c’è ancora altro. C'è l'anima del riscatto inseguito e voluto, mista a piccole dosi di “cazzimma”, (ricordate le osservazione di Ferlaino su Canale 9 e su I Mattino?) cose che messe insieme instillano quelle gocce di autostima di cui c’è gran bisogno. Per carità non era la madre delle partite, né è stata la vittoria della stagione. Però sarebbe pura e semplice flagellazione non cogliere qualche buona vibrazione che arriva da questo risultato (Napoli-Bruges 5-0) che puntella il presente. Come il gol a volo di Mertens dopo punizione di Callejon, una realizzazione millimetrica di una delle venti e passa tipologie di giochi su palla inattiva che Sarri prepara. E primo schema, finalmente, su calcio piazzato, del Napoli dopo anni di palloni calciati a vanvera. C’è pure un movimento corale tra i reparti (in nove dietro la linea della palla) che fa del Napoli una squadra retrattile e aggressiva, per di più equilibrata. Dunque c'era ancora il Napoli, dentro il Napoli, sotto quella brutta scorza. L'estrazione della squadra d’attacco e d’avventura, avviene nella notte in teoria meno semplice, nel luogo sulla carta più ostile (stadio semivuoto) e contro l'avversario sulla carta in potenza più rognoso del girone. Ecco perché la vittoria vale triplo, o magari quadruplo se si considera che il Napoli, questa è la notizia, c’è ancora.

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