Numeri alla mano - eh sì, è già tempo di fare qualche conto - dieci giornate vogliono dire più di un quarto di campionato. Una striscia indicativa, accompagnata da un sufficiente cammino per stabilire almeno le tendenze stagionali. Il Napoli si è scrollato di dosso l’Atalanta ed è rimasto capolista solitario. L'ha fatto nella domenica in cui il risultato gonfio di gol (3-2) inganna, perché il Bologna l’ha costretto a faticare parecchio. Niente di male, il ritmo altissimo in campionato e Champions tenuto fin qui da Spalletti non è sostenibile senza rallentamenti, specie quando si affrontano squadre sottodimensionate, ma affamate di classifica meno pericolosa, come quella di Thiago Motta. Il fatto che i tre punti siano arrivati comunque racconta di una testa di ponte (Politano, Lozano, Osimhen) al lavoro per reggere la baracca, anche quando tutto non va per il verso giusto. Perché il Bologna non è l’Ajax, e ti gioca addosso per necessità di punti in attesa di tempi meno cupi. Inciso: vincere tra qualche stento non fa scattare alcun allarme. Il calcio nostrano è così: molto tattico, nessun ventre molle, squadre sempre attaccate alla partita e marcature da asfissia.
Finalino sui piccoli, ma significativi record: Il Napoli, con dieci vittorie, è dentro la migliore serie-risultati d’Europa (tra campionato e coppa). E ancora: la Spalletti band ha segnato sette gol con giocatori subentrati in questa Serie A, più di qualsiasi altra squadra nei cinque grandi campionati europei in corso. Vittorie e staffetta: è un bel dire.
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