Il mercato, si sa, è una questione di tempistica. Sarri, Prandelli, Spalletti sono tutti nomi caldi per la panchina azzurra, il problema è che già ne sono stati bruciati due tra i più papabili: Mihajlovic ed Emery. Nel calcio meglio avere poche idee ma chiare, puntando dritto all'obiettivo. Di solito, l'alternativa dev'essere una certezza, non qualcosa o qualcuno che sia ancor più incerto della prima scelta. Queste sono le difficoltà che incontra un club rimasto orfano di una figura come il direttore sportivo. Le strategie di mercato non sono cose per i presidenti, questi, se pur intenditori di calcio, devono fare i presidenti. La stessa sottile ma netta differenza che c'è tra proprietario d'azienda e manager; c'è chi i soldi li investe, e chi li gestisce per conto di altri, e quelli state pur certi che sono i migliori, perchè lo fanno per professione e non perchè baciati dal Dio denaro. Più passa il tempo, più le alternative scarseggiano, e non sarebbe la miglior opzione cominciare una stagione in ritardo nella programmazione e soprattutto con un allenatore scelto perchè rimasto tra quei pochi disponibili.