Parallelo InFedele/ Adl, meglio chiamarlo PozzoCecchi

Visto da lontano Aurelio De Laurentiis mi ricorda in un sol colpo due proprietari di club che ho conosciuto di persona. Uno è in piena e costante attività, l’altro lo è stato. Nell’ordine sono: Giampaolo Pozzo e Vittorio Cecchi Gori,  tant’è che Adl lo ribattezzerei “Aurelio Pozzocecchi”.  Perché vi starete chiudendo? Ecco la spiegazione.  Egli somma l’abilità di venditore di Pozzo, con l’arte di propaganda cinematografara di Cecchi Gori, il quale, da bravo istrione, come se ogni volta stesse lanciando un film kolossal, lasciava intendere, per la sua Fiorentina, colpi clamorosi di mercato a desta e a manca, mai realizzati.  Il nostro “Pozzocecchi” dal patron dell’Udinese ha, invece, appreso il senso della plusvalenza. Per dirla in breve acquistare calciatori per rivederli a caro prezzo. E quasi mai per potenziare la squadra e lanciarla al primo posto. In genere sono operazioni fatte solo per un potenziamento dell’esercizio economico. Infatti basta dare un’ultima occhiata al mercato appena concluso.
Dove sono il centravanti da trenta gol? E il centrocampista che sa d’interdizione? E un terzino sinistro che non costringa Mario Rui agli straordinari, considerando il lento recupero di Goulham? Oltre Manolas e Llorente, sono arrivati giocatori giovani e quindi prospettici, soprattutto per i futuri bilanci societari.
Così , anche stavolta, come accadeva ai tempi di Cecchi Gori, il Napoli è un
buon film da cassetta. Ben lontano da quello auspicato che potrebbe vincere il Leone d’oro di Venezia. O, addirittura, un premio Oscar.

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