La speranza è un rischio da correre

La stagione del Napoli

Come eravamo? Beh, abbastanza o troppo avviliti dopo aver sprecato pure l’ultima chance della stagione che fu (Napoli-Lazio 2-4). Ma, forse, è meglio chiedersi: dove eravamo? Perché è da quell’enorme distacco di punti (dalla Juve) e speranze che bisogna ripartire per capire cosa ci aspetta, da oggi a maggio dell’anno prossimo, dal Napoli. Da oggi se ne va in ritiro carico di buone intenzioni (e come potrebbe essere diversamente, direte voi) ma è ancora vuoto di contenuti. Già, che squadra vedremo affidata al debutto di Sarri? Tra proclami, tweet e quant’altro si intuisce che smessi panni dell’internazionalità e delle grandi e gratificati (sic!) rivoluzioni tattiche, questo gruppo di ragazzi sarà più italiano e radicato sul territorio e meno avvezzo a sentirsi superiore a tutti, tanto da non mutare pelle nemmeno quando lo bastonavano sui campi della periferia del mondo. Insomma, le intenzioni sono buone e si, spera, stavolta sincere. Tuttavia la realtà, che è ben diversa dalla verità di ogni singolo protagonista di questa avventura, è che il Napoli ha sinora aggiunto alla sua lista due soli giocatori (Reina e Valdifiori), di ottimo profilo sia ben chiaro, ma che non rendono ancora l’idea di che Napoli sarà.  Già, a cosa aspira? A quali obiettivo tende? A quale interpretazione del calcio s’affida? Quesiti che passano di bocca in bocca tra tifosi e addetti ai lavori. Sinora poco s’è capito, se non che lo sguardo del club è ancora strabico, nel senso che guarda soprattutto all’attacco, a rinfoltire la muta di esterni che sinora lo hanno contraddistinto. E che insegue giocatori di profilo medio-alto a loro volta circondati da valutazioni di mercato che hanno dello strabiliante, se ci si vuol fermare agli eufemismi. Che so? Saponara, 20 milioni.  Oppure altrettanti per Darmian e/o poco più per Allan etc. etc. Qui occorrerebbe una riflessione: perché la politica di De Laurentiis si ostina a strapagare i cartellini dei calciatori legati a contratti e non si orienta sugli svicolati? È una ben strana visione, se si pensa che, a esempio la Juve, quest’anno ha preso a costo zero Khedira (un anno fa sogno del Napoli) e che in passato s’è aggiudicata due tipetti come Vidal e Pogba che oggi fanno faville in campo e sul mercato. Certo, i loro ingaggi sono alti, rispetto al piano fair play del Napoli. Ma sto’ benedetto fair play lo osserva solo il Napoli? Visto che l’Uefa, e non solo i club, lo hanno sinora evitato e disinnescato. Al club di De Laurentiis oggi manca, ben al di la delle pedine importanti per completare difesa e centrocampo, il coraggio di rischiare qualche milioncino in più. La speranza di essere protagonisti diventa, però, un rischio da correre.

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