Ritorno al passato

L'impresa eccezionale, a volte, è essere normali. Era un passaggio di una bella canzone, é la realtà sulla quale s'affaccia il Napoli, che a Palermo cercava la quinta vittoria di fila e la propria consacrazione. Invece é evaporato nel suo sconsiderato volere cambiar pelle. Non più baricentro basso e verticalizzazione, scientemente privo di Gargano a centrocampo e Koulibaly in difesa, con Gabbiadini in panchina, il Napoli ha ripristinato  il "dai la palla a me che la ridò a te". Ovvero il ritorno al passato. Certo, Rafael pagherà per tutti, ma che si dirà della formazione, con Jorginho e Davide Lopez, mandata in campo a fronteggiare tre centrocampisti e due seconde punte veloci?
Qui é il tecnico che torna sotto accusa per il marcato egocentrismo. Un auto-annientamento già visto e sperimentato in questa stagione. Non sorprende essere finiti così male a Palermo. Semmai deve sorprendere il cammino altalenante nel girone d’andata, specialmente nelle gare casalinghe. La sconfitta contro il Chievo e i pareggi contro il Palermo, il Cagliari e l’Empoli al S.Paolo sono costati nove punti, più il ko siciliano, fanno dodici: troppi. Senza voler stravincere, sarebbe stato sufficiente trasformare due pareggi in altrettanti successi per avere quei quattro punti in più, grazie ai quali il Napoli ieri sarebbe alla pari della Roma, anzi pure mezzo passo avanti grazie allo scontro diretto stravinto in casa.  Certo, i bilanci si fanno alla fine, tuttavia niente e nessuno cancelleranno una verità divenuta (ahi noi!) non storica: questo Napoli, con questo organico avrebbe dovuto lottare spalla a spalla con la Juve e non guardarla sommerso dalle undici (e domani forse più) lunghezze che li separino.  

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