Nasce il Napoli 2.0

Questo "sì" pronunciato a due voci é diventato qualcosa in più di un contratto fra le parti. Lo si avverte al di là delle scelte interessate dei protagonisti. Aurelio de Laurentiis e Lorenzo Insigne stanno cambiando il modello Napoli, chissà se sta avvenendo a loro insaputa. Sfuma all'orizzonte l'aspetto di un'imprenditoria troppo leggera, senza vincoli e senza saldi, proiettata su volatili politiche prospettiche. Da oggi molte cose cambieranno e chissà se il furbacchione Aurelio e il puntiglioso Lorenzo ne siano consapevoli, soprattutto di come questi siano i prodromi di un nuovo Napoli, un Napoli 2.0. Un club che abbandona la via dei soli divorzi annunciati (leggi le troppe clausole risolutive) e mette i piedi ben saldi sul territorio dove opera. Si disperde nelle nebbie di fumosi retropensieri, l'avversione di De Laurentiis verso i patti di lunga durata e verso ciò che un calciatore può dare nel proprio contesto naturale. Insomma, sta germogliando un Napoli più napoletano. Perché al ragazzo delle nostre parti toccherà far maturare dentro di se la molecola ambientale, ben lontana dalla semplificante formula di sentirsi padrone in casa propria. Avrà il compito di insegnarci con l'esempio e con le proprie azioni (anche non di gioco) cosa significa napoletanità. Non quella fumettistica e provinciale di una difesa ostinata di tutto e tutti, non quella di certo familismo amorale. Bensì il metodo antico e moderno di sentirsi, oltre i luoghi comuni, protagonisti del tempo. Che il buon Lorenzo, ora più di prima, desse uno sguardo alle storie, tra le tante, di colleghi come Juliano e Bruscolotti. Ne coglierebbe gli esempi e magari riuscirebbe a far ravvedere questo Napoli proprio sulla valutazione e sulla valorizzazione di uomini che hanno costruito la grande avventura della città del calcio. Magari se il finale fosse proprio questo, potremmo poi battezzarlo anche Napoli 3.0, sarebbe il vero Napoli. Quello che guarda al futuro perché consapevole d'essere ben radicato sul territorio.