Alla scoperta dei "Guerrieri di Trebisonda": ecco il Trabzonspor di Yanal

Pensiamo alla Turchia e ci viene in mente Istanbul, la capitale, quindi lo stretto del Bosforo, l'antico impero bizantino e per gli amanti della tradizionale cucina turca, il discutibilissimo kebab. Pensando al calcio, le prime squadre che, forse, ci verranno in mente sono il Galatasaray, il Fenerbache e il Besiktas. Inevitabile visto che dal 1957 ad oggi soltanto otto volte altri club turchi sono riusciti ad interrompere l'egemonia dei fantastici tre: i più titolati della Turchia calcistica. Ben sette volte è riuscito nell'impresa il Trabzonspor, prossimo avversario del Napoli, che, però, a dirla tutta non vince il campionato (la Super Lig) dalla stagione 1983-1984. Gli ultimi a riuscirci nel 2009-2010 sono stati quelli del Bursaspor. Tra azzurri e "Guerrieri di Trebisonda", la città sul Mar Nero, così come vengono soprannominati i calciatori del Trabzonspor, è il primo confronto in assoluto in competizioni europee. Più recentemente, a far visita allo stadio Huseyin Avin Aker sono state Inter e Juventus (i bianconeri proprio nei sedicesimi della precedente E. League), entrambe vincitrici, rispettivamente, per 1-0 e 2-0. Non ingannino i due precedenti italiani del Trabzonspor, perchè lo Huseyin Avin Aker è un autentico catino. Basti pensare che al minuto sessantuno di ogni partita casalinga del Trabzonspor, i suoi tifosi sono soliti inscenare un vero e proprio campo di battaglia: in ricordo della conquista di Trebisonda ad opera dei Turchi Ottomani del 1461, i supporters del Trabzonspor si scatenano, lanciano in campo petardi, fumogeni e carta igienica, rendendo quasi sempre necessaria la sospensione della partita. La squadra oggi allenata da Ersun Yanal, che è solito schierare in campo i suoi con il 4-2-3-1, può contare su giocatori dal recente passato importante come Bosingwa e Malouda (ex Chelsea), Cardozo (ex Benfica), Constant (ex Milan, Chievo e Genoa che però sarà squalificato all'andata) e sui compagni di nazionale dell'azzurro Ghoulam, vale a dire gli algerini Belkalem e Medjani. 

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