Il bacio di Giuda

Nell'omonimo affresco di Giotto il nucleo centrale, nonostante la cospicua partecipazione di personaggi, è perfettamente individuabile nel colore giallo della veste di Giuda, che si sporge in avanti, verso il centro, per baciare Gesù
Gli attori cambiano ma lo scenario è lo stesso. Donnarumma che bacia la maglia del Milan alla fine di un match contro la Juventus. Intorno tutti gli altri giocatori di ambo le squadre come Ocampos, Dybala, Alex Sandro
Lo scenario è molto simile all'affresco del pittore. Gigio veste (ovviamente) i panni di Giuda. La maglia rappresenta (Gesù) quei tifosi che in lui avevano sperato di vedere il nuovo Maldini (almeno per quanto concerne la fedeltà). E gli altri rappresentano soltanto i personaggi che fanno da contorno al dipinto. 
Un fulmine a ciel sereno, Donnarumma non rinnova con il Milan. Mino Raiola, suo agente, è stato il maggiore fomentatore di questa scelta. Tutto legato a semplici interessi economici. In pochi minuti il portiere della Nazionale passa da eroe a Giuda. Come giusto che sia. 
Che Raiola sia un abile procuratore, è noto a tutti. Che si tratti di un approfittatore, anche è risaputo. Ma la scelta finale spetterebbe sempre al calciatore. E dobbiamo tornare a Napoli. Tra i tanti assistiti, Mino Raiola ha seguito anche Marek Hamsik. Quando il procuratore campano propose allo slovacco di cambiare aria (sempre per una mera questione economica), il capitano azzurro rifiutò una possibile cessione, cambiando anche agente. Marekiaro è stato l'unico a opporsi al fascino del Dio Denaro. Oggi Hamsik avrà qualche euro in meno ma possiede la cosa più rara che un calciatore possa ottenere: l'affetto di un'intera città. 
Soltanto un anno fa un altro giocatore fu tacciato di tradimento dopo aver baciato la maglia. Higuain scelse di vincere con la casacca bianconera. La storia, indubbiamente, è diversa. I sentimenti sono diversi. Higuain non è cresciuto nelle giovanili del Napoli e non è stato lanciato dalla squadra azzurra. Come, invece, è accaduto con Donnarumma. Ma il dolore che i tifosi hanno avvertito è molto simile. Resta sempre il gesto di un tradimento. Restano le parole di chi aveva promesso fedeltà alla maglia. 
Però resto basito e disgustato. Lo scorso 28 maggio saluta il calcio giocato per sempre uno dei calciatori più forti della scena italiana di tutti i tempi. Francesco Totti, con le lacrime agli occhi e un nodo alla gola, saluta la sua Roma. La sua città e la sua maglia che per tutta la sua carriera ha cercato difendere a suon di gol, assist e prodezze. 
Totti ha servito la sua città per oltre venti anni senza mai cambiare maglia. Rifiutando la corte di club blasonati come il Real Madrid. Una scelta di vita che gli ha permesso di conquistare l'affetto di una città. Totti ha rinunciato a una carriera ricca di titoli e denaro per il semplice affetto dei suoi tifosi. 
Donnarumma ha solo 18 anni e non ha avuto la forza, il coraggio e la volontà di seguire le orme di grandi bandiere del calcio come Del Piero, Maldini e Totti. 
Un traditore a soli 18 anni. Il denaro e una carriera più gloriosa (anche se il Milan resta il club più titolato al mondo) hanno conquistato il cuore del giovincello. Rattrista pensare che il romanticismo in questo sport stia morendo. Sempre meno bandiere ma sempre più soldi. 
Infine, in molti sono curiosi si conoscere il futuro di Donnarumma, non quello imminente. Ma quello remoto. Ibrahimovic e Balotelli (altri due assistiti di Raiola e due facce della stessa medaglia) hanno sempre cambiato squadra per seguire il denaro e la carriera ma gli esiti sono stati opposti. Lo svedese, dopo aver cambiato diverse maglie, ha conquistato molti titoli ottenendo anche la stima di tantissimi tifosi e l'affetto di alcuni. Oggi è un calciatore che allenatori e tifosi vorrebbero nella loro squadra. Balotelli, invece, ha collezionato tantissime maglie così come le panchine ma pochissimi trofei. SI tratta di un calciatore che pochi amano. E meno sono i tifosi che lo vorrebbero nella propria squadra del cuore. 
Donnarumma, volente o nolente, ha tracciato un solco nella storia del calcio moderno. Il ragazzo è un figlio di Napoli ma, ahimè, non ha il cuore napoletano. 

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