Da giovedì, anzi da molto tempo, si era capito che il futuro di Rafa Benitez fosse lotano da Napoli sia perchè non era riuscito a centrare l'obiettivo stagionale (vincere l'Europa League) sia perchè, secondo le sue parole, non riesce più a stare lontano dalla sua famiglia. Ecco allora l'occasione della vita: il Real Madrid, la squadra che ha vinto dieci Champions League, dove Rafa fece la trafila delle giovanili (fermandosi al Castilla) e incominciò la carriera da allenatore; però prima dell'addio definitivo il tecnico spagnolo vuole, e deve, lasciare la formazione partenopea al terzo posto, valido per l'accesso ai preliminare di Champions, ma è tutt'altro che facile: domenica al San Paolo viene la Lazio, sconsolata dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia e nel derby capitolino, chiamata anche lei all'ultima chiamata per salvare la stagione (se si pensa che i biancocelesti riuscirono, circa due mesi fa, a portarsi al secondo posto in classifica). Il tempo delle parole è finito da un pezzo, ora, carissima S.S.C. Napoli, dai una soddisfazione ai tuoi tifosi dopo questa brutta stagione, caratterizzata da tante promesse ma da pochi fatti e, sinceramente, una Supercoppa non è sufficiente. Capitolo mercato, si fanno sempre più insistenti le voci di un addio di Callejon, destinazione Atletico Madrid, al termine di un'annata negativa, per non dimenticare del nostro pluripagato Higuain, autore di sedici reti in campionato ma anche fautore dell'eliminazione dalla coppa nazionale e dall'ex Coppa Uefa (oltre che di numerosi gol sbagliati nell'odierna serie A); in porta è quasi certo il ritorno di Reina, mentre Andujar farà il secondo e Rafael andrà in prestito; a difesa, si spera, ci sarà una piccola rivoluzione: Britos, ormai da gennaio, è sulla lista dei trasferimenti mentre il suo compagno di reparto, Albiol, è molto richiesto in Spagna; in mediana ci sarà la conferma di Gargano e di Lopez (e forse anche il riscatto di Jorginho) mentre Inler è corteggiato dalla Fiorentina; infine in attacco Michu verrà rispedito al mittente. Come ultima cosa vorrei spendere due parole per un giocatore, un uomo, che ha fatto della napoletanità il suo stile di vita, vale a dire Bruno Pesaola, scomparso in giornata all'età di novanta anni: non si possono scordare le sue gesta da calciatore, anzi da bandiera del Napoli, oltre che come allenatore della formazione azzurra. Buon viaggio Petisso, rimarrai sempre nei nostri cuori.