Si riapre la caccia alla Juve

 

Come in un Lunapark,  in un adrenalinico testacoda (Napoli-Crotone 4-2; Crotone-Juve 1-1), il turno di campionato diventa senza certezze, gonfio di emozioni. É il necessario romanzo del pallone visto come fascino indiscreto, dell’imprevedibile che vive di cuore e batticuore e riporta la Sarri band in rotta di collisione con la Juve: meno 4. Poi c’è il calcio, lo sport analitico che va interpretato nella sua dimensione tecnica e tattica. Ecco che questo Napoli-Udinese offre un gruzzoletto di spunti e riflessioni. 

 

1) Fa bene al gruppo panchina giocare ogni tanto e  in campo essi fanno bene al Napoli. Forze fresche, vitali. Sarri lo sa bene, occorrono manciate di coraggio nel momento culminante del finale travolgente.

2) Il centrocampo Hamsik-Diawara-Zielinski non ha mai regalato grandi gioie e grande ordine tattico. Sono

un pò scollegati tra di loro, mettono in mostra un sensibile deficit difensivo che pesa nel settore chiave della squadra. Detta facile facile: due terzi di qualità ci sono e, comunque, ‘sta dote bisognerà farla fruttare.

3)Milik lotta insieme con noi, ed è una bellissima notizia: come in occasione del pareggio (“tripartito”: 33% Bizzarri, 33% Callejon, 33% suo). Sta bene, ha voglia, fa quello che serve e che una prima punta deve fare. Occupare l’area, alla base del compito; stazionarvi, ma senza staticità; confondere il difensore con continui movimenti e contro-movimenti. Nella fattispecie: secondo e primo palo in un brevissimo istante, per tentare d’eludere qualsiasi intervento e realizzare. 

4) Dal 15’ al 70’ un  Napoli lungo, perforabile, a tratti imbarazzante.

 

Fin qui il check up di una vittoria, non bella, ma che forse potrebbe diventare memorabile. Giusto che si vada con gli argomenti oltre la comune passione del calcio. Nei limiti del buonsenso nessuno può sottrarsi a un commento su temi che in questi giorni ci subissano. Sono la vita. Insomma, il Napoli può ancora farcela. Ha la vittoria a Torino del 22 aprile alla sua portata. Se vuol essere campione d'Italia è giusto che vada a prendersi lì lo scudetto. Come il Napoli del 1987.

È opinione generale che abbia il dovere di puntare ancora con più orgoglio e lucidità. I giochi sono aperti, niente alibi. Detto ciò occorre dichiarare che domenica sera in Juve-Napoli si vivrà  un’altra storia.

Il pronostico non lo azzardo neanche sotto tortura. Anche se quello stadio barcolla tra certezze e probabile inviolabilità. Quasi un aforisma.

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