Ne rifili 2 alla Juve, 5 alla Lazio, 4 al Milan, 2 alla Fiorentina, 2 all'Inter e prima o poi doveva pur capitare di ritrovarsi primi. Sarri può anche dire che mancano 9 punti alla salvezza, ma al 30 novembre essere primi vuol dire almeno dover competere per il primato. Doveroso sottolineare, poi, che tra competere e vincere ci sia un abisso. Chi non è tanto abituato a stare lì davanti, però, potrebbe avere un piccolo problemino di braccino da tennista. proprio quello mostrato negli ultimi venti minuti di Napoli-Inter. Alcuni ci hanno visto un calo fisico, altri una grande voglia dell'Inter. A mio avviso, quella è paura di vincere. Quella che fa scottare la palla tra i piedi, quella che non ti fa assumere più responsabilità perchè hai tutto da perdere. Il motivo per cui si sbagliavano tanti passaggi non può ricadere solo sulla mancanza di lucidità. In quei minuti finali gli azzurri maturavano sempre di più la consapevolezza di star compiendo un capolavoro calcistico. E probabilmente quando Botticelli stava per terminare la sua Primavera aveva un po' di tremolio alla mano, noi che ne sappiamo. Le uniche due cose da fare quando ci si trova così in alto sono: non guardare giù e soprattutto navigare a vista. Conti e calcoli rappresentano il primo modo per rovinare quanto di buono fatto. Pronta la medicina Sarri per questo. Il non plus ultra del "pensiamo partita per partita". Già perchè in un campionato così livellato, dove tutti possono perdere con chiunque, ogni vittoria vale doppio, specialmente contro una diretta avversaria. E fino ad ora, la corazzata di Sarri non ne ha risparmiata una di papabile per lo scudetto. "Ci pensa Maurizio" è il titolo di questo nuovo capitolo del Napoli. Ci pensa lui a possibili voli pindarici. Anzi, oggi è il giorno del 'cazziatone' per quegli ultimi venti minuti, perchè dalle parti di Castelvolturno la parola "scudetto" non può ancora superare il cancello d'ingresso.
- Accedi o registrati per inserire commenti.
Questo articolo:
mi piace
non mi piace
