Processo De Santis, ecco la versione della difesa: "Mi sono solo difeso"

Ieri pomeriggio è arrivata la condanna al primo grado di giudizio per Daniele De Santis, colui che sparò Ciro Esposito a Roma nel giorno della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. La condanna inflitta a De Santis è di ben 26 anni di prigione, ovviamente c'è da capire se ci sarà il ricorso o meno, per omicidio volontario e dopo tanta battaglia, la famiglia Esposito può finalmente gridare giustizia. Ma sull'edizione odierna de Il Tempo, viene riportato la difesa fatta dagli avvocati di De Santis e presentata al pm: "Hanno iniziato a picchiarmi, non so per quanto tempo. Ho provato a muovermi ma sono ricaduto e in quell’attimo ho visto uno di loro, il loro capo, una persona alta e grossa più di me, che si avvicinava a me con una pistola in mano girata dalla parte del calcio. Gli ultras non usano le pistole. Mi ha colpito alla testa con l’arma e io, con la forza della disperazione, gli ho agganciato il braccio e sono riuscito a disarmarlo. Non so come ho fatto, probabilmente mi ha aiutato il fatto che faccio karate da quando sono piccolo. A quel punto, quando ho sentito di avere la pistola in mano, ho sparato [...] . Mi hanno quasi ammazzato e ho molta rabbia dentro perché per due anni tutti mi hanno dipinto come un mostro e io non lo sono. Non sapevo di avere colpito qualcuno. Poi mi hanno picchiato di nuovo e sono svenuto. Solo dopo ho saputo di Ciro Esposito; penso sempre a quello che è successo e mi dispiace per la morte di Esposito. Ero io solo, ma vi pare che sia così matto da assalire un autobus in solitaria? ma che sono Rambo?". 

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