Si é spento, all'età di 69 anni, Vittorio Raio autorevole firma del giornalismo napoletano e nazionale. Nato il 31 luglio del 1947, ha arricchito la vita e la carriera dei suoi colleghi lavorando a lungo per i settimanali "Sport Sud" e "Lo sport del Mezzogiorni" e poi per la redazione cronaca e poi per quella sportiva de 'Il Mattino' , fino a dedicarsi ad altre attività editoriali, come quella di direttore di Radio Marte. Ha collaborato anche con il blog 'toniiavarone.it'. Gianluca Iavarone e lo staff di toniiavarone.it si stringe al dolore di tutta famiglia per la grave perdita.
I funerali si terranno a Napoli, giovedì alle 10,30 presso la chiesa dei Fiorentini in piazza degli Artisti
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Di Vittorio ho tanti ricordi, uno mi accompagna da sempre. Era l’estate del 1987, il luogo Lodrone, ritiro del Napoli. Ero stato appena assunto da “Il Mattino” e facevo il mio primo lavoro da “inviatino” – ormai categoria sparita: un inviato non di mansione, tuttavia occasionale - , lo incontrai dinanzi all’albergo-bunker del Napoli. Mi porse la mano sulla spalla e mi disse: “Sei giovane (in realtà non tanto, io ne ho 62 di anni e lui ha deciso di lasciarci a 69 anni), sei ancora alle prime armi -mi disse -, devo avvertirti che questo è un mondo dove ci si muove con cautela, con passi felpati. Perché c’è sempre qualcuno che vuol tendere un agguato.” Mi colpì quel benvenuto così tranchant. Però mi prese e mi fece capire pure un po’ di cose. Prima perché veniva da un inviato vero, di nome e di fatto, era una delle firme di punta di Sport Sud, e poi perché, pensando e ripensando a quelle parole, ne tradussi il rigore e la meticolosità che Vittorio infilava, giorno dopo giorno, tra le pieghe del suo lavoro. Vittorio era così, pareva burbero, ma in realtà era severo prima con se stesso e poi con chi gli stava a cuore. Ne fui certo quando passò alla redazione sportiva de Il Mattino. Ha vissuto per il giornalismo e per il Napoli, che conosceva a menadito dal passato al futuro. Il Napoli e il giornalismo erano, insieme alla famiglia, le travi sulle quali ha poggiato la sua esistenza. Ha sempre avuto umiltà nella testimonianza, ha raccontato il Napoli nella sua storia (da Ferlaino a De Laurentiis), mentre essa si formava, mentre bolliva di successi e anche dolori. Sapeva essere semplice e chiaro, mai un arzigogolo, mai una concessione a certi innamoramenti letterali o a certo snobismo giornalistico. Gli interessava arrivare diritto alla notizia e raccontarla come tale, cruda, senza fronzoli. L’ho apprezzato per la sua emozione sempre viva e per l’amore che metteva nel suo lavoro. Ciao Vittorio, ora che il tempo non ti appartiene più, resterai ancor più eterno nei nostri ricordi. E so che lassù, il cielo sarà sempre azzurro per te, per quel colore che ti ha riempito il cuore di passione per il tuo, solo tuo, Napoli.
(Toni Iavarone)
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