Il silenzio degli indifferenti

Il silenzio del Napoli è quello dei risultati che non arrivano. Delle ultime cinque partite, sei punti e solo due vittorie, non si hanno notizie, se non dai commenti della critica e dei tifosi. Della squadra e del club mancano le tracce. Silenzio, proprio come il tratto finale del campionato che, proprio nella sua parte più intensa, vede un Napoli impacciato, a volte sfiatato nella propria volontà. Fotocopia degli errori commessi. Segnale di una personalità ancora da costruire.  Sembra un serial che si muove tra l’horribilis (Udinese e Inter) e l’imprevedibile (Juventus e Roma). Proprio su queste ultime due partite, bisogna riflettere. Perché a parte i gol killer dell’ultimo minuto (Zaza a Torino, Nainggolan all’Olimpico), il Napoli non sembra più convinto della propria forza, ma appare quasi indifferente; addirittura dà l’impressione che s’accontenti di quello che passa il convento: il pareggio, la vittoria risicata etc. Purtroppo per la squadra di Sarri il destino è un altro: deve giocare molto e bene. E sempre. Perché l’unica vera potenza che può sprigionare è soltanto il ritmo intenso, quello che ha accompagnato il suo cammino. E, purtroppo, venuta meno la convinzione della propria energia positiva, Hamsik e compagnia tali restano. Belli, ma non brillano. Però calma: non c’è da disperarsi. I giochi sono ormai fatti: in alto i cuori, il Napoli finirà secondo, pur se col fiato sul collo della Roma. Tuttavia l’entusiasmante cavalcata azzurra porta con sé pure le rare ombre della stagione. Ed è sugli errori recenti che dovrà fondarsi il Napoli prossimo venturo.

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