Giovanni Guerri (Resp. giovanili Perugia): "Campania, una elite dei settori giovanili"

Ogni anno, in Campania passano numerosissime squadre per osservare giovani promettenti che possono essere inseriti nell’ambiente delle giovanili di squadre professionistiche nel mondo del pallone. Dalla Serie A alla Lega Pro, è molto difficile dire con precisione quanto ne passano in 12 mesi, ma questa settimana abbiamo avuto modo di incontrare al complesso Kennedy dei Camaldoli il signor Giovanni Guerri, direttore del settore giovanile del Perugia che ha avuto modo di osservare i ragazzi della scuola calcio dell’Internapoli. Il Responsabile Guerri ha parlato al blog di Toni Iavarone dell’organizzazione delle giovanili in Campania e in Italia, chiedendo anche dell’esperienza che sta vivendo un prodotto del vivaio del Napoli nella città umbra, ovvero Jacopo Dezi.

Come considera il Perugia Calcio i settori giovanili qui in Campania? Continua a pescare in questa regione dopo aver avuto prodotti della fucina del Napoli come Roberto Insigne e Jacopo Dezi che milita attualmente nelle fila della squadra umbra in prestito dagli azzurri?

“Abbiamo una grande considerazione dei vari settori giovanili qui in Campania e sicuramente non siamo gli unici in questo sport. Parliamo di una fucina di giocatori giovani e promettenti, dovuto anche all’alta densità di popolazione che c’è in questa regione e ci permette di avere un bacino interessante da cui possiamo pescare. Oltre ai due prodotti del vivaio del Napoli, mi permetto anche di segnalare un altro campano presente nel Perugia, ovvero il difensore centrale Salvatore Monaco che abbiamo pescato dalla Lega Pro e oggi con noi è titolare fisso (12 presenze, 1 gol). Per noi è sempre un piacere scendere qui e trovare settori giovanili attrezzati, scuole calcio con ottime strutture e un programma sul quale si puntano sui giovani con sani principi”.

Parlando proprio di prodotti dei settori giovanili campani, come giudica fino adesso il rendimento di Dezi con il Perugia e se riusciremo a vederlo con la maglia del Napoli?

“L’unica cosa che posso dire quando si tratta di ragazzi è: “Avere pazienza”. Parliamo sempre di un argomento abbastanza complesso e in questi casi servono le società giuste per farli crescere bene, ma soprattutto farli maturare. Il Perugia sa come far crescere giocatori da Serie A e basta citare Falcinelli nel Crotone, Verre al Pescara, Conti all’Atalanta o anche Politano al Sassuolo, dimostrando di essere una società serena e lo auguro allo stesso Dezi che sta avendo prestazioni importanti con noi come mercoledì scorso in Coppa Italia contro il Genoa, crescendo nel modo giusto. Si deve avere, ripeto, pazienza, valutare vari aspetti e l’ambiente di Perugia è a dimensione d’uomo”.

Ritornando all’argomento giovanili, come giudica l’organizzazione di una scuola calcio come quella dell’Internapoli che ha avuto modo di vedere in un pomeriggio?

“Innanzitutto colgo l’occasione di ringraziare la società dell’Internapoli, il presidente D’Auria, il direttore Matacena per l’accoglienza che ci è stata riservata in questa piacevole giornata. Chi vuole fare il settore giovanile nel calcio deve avere a disposizione gli impianti che sono fondamentali e qui ai Kennedy ci sono tutti, c’è l’organizzazione giusta e soprattutto c’è la qualità degli allenatori che sono adatti per fare il settore giovanile. Sono soddisfatto perché ho visto buona intensità, ho avuto modo di vedere fasce di età importanti con ragazzi con una disciplina, sani valori e che si esprimono divertendosi in quello che fanno. Sul calcio si esprimono tanti giudizi, ma alla base di tutto ci deve essere sempre una società alle spalle degli istruttori per poi arrivare al prodotto finale, ovvero far uscire ragazzi di qualità migliorando il settore e allo stesso tempo la società, rimanendo competitivi nell’ambiente dei settori giovanili”.

Ultima domanda: dopo tante discussioni sui settori giovanili e sui ragazzi italiani poco utilizzati appena usciti dal vivaio di una squadra professionistica, pare che finalmente in Italia si stia puntando sui giovani seguendo il modello del Sassuolo. Si sta finalmente scommettendo sui giocatori Made in Italy?

“Stiamo vedendo sui fatti che alcune società stanno facendo un ottimo lavoro per quanto riguarda la qualità della struttura delle giovanili e sui ragazzi con ottime impressioni. Questo è il frutto di un lavoro molto meticoloso a livello dei vivai che portano giocatori nel massimo campionato italiano e parliamo di squadre come Atalanta, Sassuolo, Torino e una grande compagine come il Milan. Dinanzi a questi elementi, nel nostro paese il trend sta sicuramente cambiando e mi auguro che lo si faccia insieme, per il bene dei nostri ragazzi e cercare di essere equilibrati sia da un punto di vista del settore giovanile e nel raggiungimento degli obiettivi prefissati dalle società”.

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