Beffato il Napoli al ralenti

Come in un luna park di periferia: un tiro, un centro. Plof, cade così il Napoli, gonfio di successi e autostima, ma che contro la Juve non è riuscito ad andare oltre a un pericoloso e instabile equilibrio. Proprio questo è il male del Napoli, che deve fuggire soprattutto la stabilità. Sì, proprio così: il bilanciamento è il suo nemico, ecco perché il Napoli non ha saputo scatenare il suo inferno di gioco: velocità, palla giocata in sovraritmo e soprattutto una catena di sinistra usata come grimaldello. E, invece, no. Higuain e compagnia si sono lasciati ipnotizzare dalla malefica lentezza della Juve e le uscite palla al piede di Bonucci che ha saltato il primo pressing, tanto che il Napoli che aveva cominciato bene, e così avrebbe dovuto proseguire, ha lasciato sulla via di questa partita tutto: dalla determinazione di non cedere alla manovra avversaria a una buona dose di malasorte. Perché la fortuna s'è girata contro proprio quando ogni attimo del match andava a esaurirsi. Ed è proprio quando una partita sembra stia volgendo al termine che occorrono concentrazione e buonsenso. Invece su quel gol della domenica di Zaza, proprio il migliore in campo, al secolo Koulibaly e poi Albiol e poi ancora Reina hanno tirato giù la serranda di questo triste luna park: un tiro, un gol. Ora non resta che imparare la lezione e rialzarsi. Perché da qui In avanti conteranno le certezze di una squadra che resta la migliore del campionato e soprattutto i convincimenti di Sarri che sa bene cosa può fare ancora e di più il suo Napoli.

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