Una città che spera

Ci vuole coraggio e un po’ di faccia tosta per reggere il confronto contro una squadra imbottita di fuoriclasse. Certo, il Napoli avrebbe potuto pure vincerla, questa partita col Psg. Prima ancora di far rotolare il pallone? Sì, quattro risultati di fila in campionato, la vittoria sul Liverpool e il pari spettacolo di Parigi hanno caricato a mille l’ambiente. Il sacco di Udine e la cinquina al Genoa hanno alimentato la fede nella rivincita in Champions sul Psg, perché la partita del Parco dei Principi è stata l’unica perla guasta della collana recente: un pareggio immeritato che è stato una lezione di calcio; una supremazia che andava ben oltre i due gol segnati dai francesi.  Questo si aspettava anche il popolo del San Paolo, ma l’1-1 di ieri sera è come un successo.  Con una vittoria sulla Stella Rissa e un pareggio tra Psg e Liverpool gli ottavi sarebbero certi. Ma l’orgoglio pretende altro: restringere la forbice che si è spalancata al San Paolo; dimostrare di non essere troppo lontani dal cielo del Liverpool o del Psg. Dispiace per gli sceicchi e similari, tuttavia nel calcio a volte le idee sono più importanti dei miliardi... 

Sì, perché Ancelotti vuole andare a riprendersi la luna che qualcuno gli ha nascosto al Bayern. Stavolta chiede ai suoi di non farsi strappare il giocattolo dai piedi e continuare a divertire. A forza di praticare questi valori, una squadra per forza di cose cresce. Insomma, nulla che già non si sapesse, sia chiaro: il ciclo terribile di Champions e del campionato, iniziato bene e proseguito meglio, ha azionato tutte queste luci sul Napoli. Atteso, fra l’altro, dalla prova dell’anti Juve con il Genoa, sabato nell’anticipo a Marassi. Buon gruppo, non mente. Soprattutto quando una squadra ha con merito acquisito la mentalità internazionale e intorno c’è una città che spera.

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