Troppe macerie, ancora tanto lavoro per Sarri

 Quella cosa misteriosa e soprattutto tanto attesa che è stato Il Napoli sino a ieri l'ha soffocata il pressing ordinato e mortifero di quei bravi ragazzi del Sassuolo, allenatore compreso, vista la  lieve maturità di Di Francesco. Brutto avvio, brutta domenica, tutto brutto come il recente passato, troppo vicino e catastrofico da poter dimenticare. Poco edificante per chi, come il povero Sarri, deve provare a ricostruire sulle macerie. Cominciando dalla difesa ancora arrugginita dal metodo Benitez, che a Napoli l'ha sempre ritenuta uno sgradevole optional. Certo che qualcosa in più toccherà fare, soprattutto sul mercato. Chiriches é un ripiego non una soluzione. Qui ne va del futuro prossimo immediato. Non si può sperare in un buon posto in classifica se si cammina invece di correre.

 

 Certo, i primi flash del campionato sono fatue immagini. Non si può prendere per verità assoluta ciò che accade oggi, ad agosto le sorprese possono essere quasi la regola. Però non si può fare a meno di fare certe considerazioni (pur con tutte le scusanti possibili). Il Napoli ha ricominciato da quel tran tran poco decifrabile della stagione scorsa, il contributo delle novità (Sarri, modulo, acquisti etc.) s'è visto poco o per nulla. Il Sassuolo s'é rallegrato di essere tra i club poco quotati in serie A - come il Verona o l'Udinese - e ha paralizzato il Napoli sul più bello, ovvero quando il gol di Hamsik spargeva essenze di fausti presagi. 
Anche quest'anno la nostra cara squadra é stata purtroppo insignita della medaglietta dei top team. Insomma, troppo presto per tutto. Anche per i pronostici.

 

 Se Sarri ha provato la coppia Higuain-Mertens per la notturna d'esordio in campionato a Reggio Emilia con il Sassuolo, farà bene a riflettere. Il test è fallito. Perché il Napoli perde, rispetto allo scorso anno, il micidiale congegno offensivo che esplodeva in ampiezza. Higuain e Metens si sono ostacolati nel grande mucchio.
Buone notizie da centrocampo, non dalla difesa. Hamsik tornato in forma domina la scena da mediano sinistro, Chiriches si gretola in un reparto ancora insicuro.
Fischio di Donati e pronti via. Senza alcuna difficoltà il Napoli occupa la metà campo degli emiliani. Ma per il resto del tempo non morde. Da sinistra avanza Hysaj, da destra Maggio. La mediana guadagna campo con Hamsik in agilità, ha recuperato il capitano una forma rassicurante. Valdifiori marcato da vicino è sempre in grado di proporre lanci verticali, stavolta poco incisivi. Lopez è inutilmente invitato anche lui al raduno sulla trequarti. Come in una caotica manifestazione di piazza, si ammassano e ritrovano tutti, senza che nessuno possa però decidere, inventare, distinguersi. Se Hamsik conferma la sua migliore vena con qualche colpo di luce, delude Insigne troppo egoista per essere un distributore di gioco nel caos. Giocando troppe volte a testa bassa cerca gloria per sé, trascurando Higuain, apparso un po' pesante e troppo riflessivo. Manca chi attacchi la profondità lanciandosi con coraggio e tempismo sugli spazi esterni. Dovrebbero farlo Hysaj e Maggio, tuttavia hanno la corda corta e non vanno fino in fondo.

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