Talenti e baby dei paesi tuoi

Anche il Napoli sembra in sintonia con un calcio che sta cambiando rotta e guarda finalmente con un nuovo interesse ai giovani calciatori che i rispettivi maestri, appassionati irriducibili, forse anche di più, pagati non più di un operaio specializzato, conoscono da quando erano adolescenti, appartenenti a quel vero esercito degli allievi delle scuole calcio. Perciò ne conoscono i primi passi nell’apprendimento dello stare in campo seguendo regole scritte e quell’istinto naturale  che, a volte, rivela la gemma, il futuro talento.

Pensare a Ciro Immobile, per rimanere in un orto che un po’conosciamo, viene naturale. Il ragazzo di Torre Annunziata cresceva a pochi chilometri da casa, a Sorrento, dove i suoi dirigenti impararono per primi a scoprirne quelle doti che in seguito, e velocemente, il biondino ha sviluppato e evidenziato attirando l’attenzione di qualche scout collegato alla lontanissima platea della massima divisione, corteggiandolo in proprio prima ancora del via libera dalla casa madre.

Possiamo offrire, a chi, magari, un giorno racconterà con dovizia di particolari la storia delle occasioni perdute dal Napoli, una testimonianza personale dell’interesse che l’allora dirigente del settore giovanile del Sorrento, pressato da intermediari semisconosciuti, dimostrava verso il Napoli augurandosi, da tifoso azzurro,  che un qualche emissario della società già proprietà di De. La. un giorno gli avrebbe fatto l’onore di chiedergli di Immobile. Niente. E così i vani tempi di attesa passarono davanti ad altra proposta e fu così, per non aggiungere altro, che un talento di casa nostra, passò nella lunga lista degli emigrati nel cui elenco, per esempio, stava per entrare Mandragora, nipote e gioia di zio Bruno, civilissimo e valente allenatore “di categoria” quando , da apprezzato dipendente di livello, timbra o ancora timbrava il cartellino del Museo di Capodimonte.

E il Napoli?I futuri titolari continua a cercarli  lontano da casa e quando non sono più ottime promesse ma hanno di già intorno a decidere in loro vece, il procuratore ufficiale, il consulente, il padre, il fratello, lo zio… Nel ruolo di ufficiale addetto alla scelta il Napoli ha un uomo silenzioso, uno che non ama apparire:Giuntoli.

Dicono che per De.La. sia il collaboratore ideale proprio perché mai si arrischia a prendere la scena, è così che il patron li vuole. Giuntoli è bravo, viene dalla gavetta, ha certo i suoi collaboratori ma non sembra, o non deve, forse per ordine superiore? occuparsi della Campania, la regione che ha meno tesserati soltanto della Lombardia.

Tra le perenni brume bergamasche Gasperini ha operato la prima, vera, consistente operazione che ha portato al gridare al miracolo della nascita di una squadra  che lo salvato dal licenziamento portando gli orobici a ridosso di formazioni di ben altra consistenza  aprendo le porte a guaglioni che in tempi non molto lontani potevano avere al massimo l’ambizione di partecipare a un campionato primavera.

Il Napoli farebbe bene ad arricchire la rotta puntando anche al patrimonio che aumenta proprio nella terra che la squadra rappresenta. 

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