"Scudetto, stiamo arrivando". Adesso però si deve crescere, non tornare indietro

Alle grandi dichiarazioni di De Laurentiis, la piazza ci ha fatto l'abitudine, anzi, forse un pò di insofferenza incominciava ad accusarla dopo l'addio di Higuain per la Juventus. Di cose se ne sono dette, forse troppe in questa stagione. Un altro anno per aspettare e far adattare alla realtà partenopea i nuovi elementi, di indiscutibile qualità, o anche incomprensioni fortunatamente rientrate tra Sarri e De Laurentiis dopo la doppia sfida con il Real Madrid, ma adesso sembra che il tempo delle parole sia finito e De Laurentiis lo ha capito. Dopo la partita contro l'Udinese, il presidente ha annunciato alla radio ufficiale della squadra la probabile fine del tempo delle attese con una frase chiara: "Scudetto? Stiamo arrivando". Può significare tutto o niente, ma non si può dire che è stata detta a caso. La squadra di quest'anno ha dimostrato di avere grosse qualità a livello tecnico e tattico, però è mancata la continuità di risultati e soprattutto la solidità della difesa con solo 11 partite chiuse senza subire reti in campionato, unico vero neo di questa stagione in Serie A. Rimane comunque la consapevolezza di avere delle qualità uniche in Italia e sul gioco si è quasi sicuramente più forti della Juventus, ma a differenza loro è mancata la concretezza che è stata messa in mostra nella doppia sfida al San Paolo dai bianconeri e anche contro il Barcellona, un cliente scomodo per qualsiasi squadra nel mondo. Sono la realtà dei fatti, dobbiamo accettarla e non significa che non ci possiamo migliorare, anzi abbiamo il diritto di farlo con questo ben di Dio in squadra. Come? con innesti di esperienza, con calciatori che hanno militato in squadre abituate agli scontri per il vertice, con uomini capaci di contribuire a costruire una mentalità vincente ad una squadra giovane e, appunto, inesperta. Gli unici attualmente in squadra con grande personalità sono Reina, Albiol, Hamsik, Insigne, Callejon e Mertens, ma ne servono ancora e servono calciatori pronti a essere decisivi quando chiamati in causa. Si possono citare i casi di Jorginho e Allan, elementi intoccabili per Sarri nella scorsa stagione, irriconoscibili quest'anno e sostituiti da Zielinski e Diawara (di incredibile personalità a soli 19 anni!), salvo poi ritornare in corsa in questa fase finale di campionato che deve essere perfetta per arrivare secondi. A questa squadra serve "cazzimma", quella tanto pretesa da De Laurentiis contro il Real Madrid, ma è un elemento non semplice da avere in questa squadra e soprattutto non lo si può ottenere da un giorno all'altro come probabilmente auspicava il presidente contro i Galaticos, non sapendo neanche come nasce. Quando a Sarri gli si chiede cosa manca a questa squadra, la risposta è: "Un c***", ma invece manca questo, la personalità sia dei calciatori e della stessa società, in alcuni casi colpevole di uscite evitabili come la critica alla Rai per la telecronaca della Semifinale di andata contro la Juventus, una stupidaggine da quattro soldi e da dilettanti puri. Stiamo arrivando allo scudetto? forse sì, perché molti indizi portano su quella via, ma si deve badare ai dettagli e investire sull'esperienza, unica cosa assente nel Napoli, perché per la continuità e per la difesa ci pensa Sarri.

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