Lorenzo, dal sogno Napoli alla bramosia della 10

Lorenzo Insigne, un talento indiscusso. Nasce il 4 giugno del 1991 in un paesino alla provincia nord di Napoli. A Frattamaggiore. Quel giorno Carmine e Patrizia, i genitori a cui è molto legato, non potevano immaginare di aver messo al mondo un fenomeno internazionale. Lorenzo è il secondo di quattro fratelli, tutti accomunati da un'unica passione: il calcio. Il talento e la tecnica di Lorenzo non possono e non devono essere assimilati soltanto all'archetipo di scugnizzo napoletano. La forza di Insigne è più profonda e naturale. Si trova tutta a Frattamaggiore. Mamma Patrizia, casalinga di professione, ha allevato quattro figli messi al mondo con scadenza ciclica. Papà Carmine è l'unica fonte di reddito del casato. All'alba entrava in fabbrica da operaio per assemblare scarpe e usciva la sera, quando il sole era tramontato. Qui si cela il segreto di Lorenzo. Quel ragazzo che papà Carmine chiama ancora "o' nano" e mamma Patrizia soltanto "la mia creatura". Non è un caso se, rientrato da Pescara dopo l'esperienza con Zeman, ha scelto di tornare a vivere a Frattamaggiore. Lorenzo non ha mai manifestato alcune velleità di loft al centro di Napoli, ma semplicemente la voglia di sentirsi a casa. Sua e dei suoi genitori. Luogo dove è cresciuto con gli altri tre fratelli: Antonio, Roberto e Marco. Mamma Patrizia afferma che i quattro figli sono molto uniti e si voglio molto bene. La mamma che grida e sbraita quando "la sua creatura" segna e gioca bene. Invece papà Carmine osserva suo figlio in silenzio e con una lacrima tra l'occhio arrossato e l'estremità laterale del naso. Tra madre e padre è Carmine a essere più orgoglioso del percorso del figlio perchè si rivede nel suo ragazzo. Rivede in Lorenzo un sogno che a lui è stato vietato. Carmine doveva lavorare e non giocare a calcio. 

In casa Insigne tutti calciatori. Papà Carmine fu costretto a "stroncare" la sua carriera all'età di 16 anni quando lo aveva acquistato la Casertana allenata da Materazzi (padre di Marco, difensore ex Inter e campione del mondo nel 2006). Antonio, il più grande, ha giocato per molti anni nell'Ortese vincendo anche un campionato di Promozione nella stagione 2011/2012. Poi il salto in C2 con l'Arzanese. Un sogno che dura poco. Andrà a giocare a Casalnuovo e oggi è calciatore del Vitula, in Promozione. E' solo il preludio del vero talento. Lorenzo, adesso, è il maggior talento di casa. Poi c'è Roberto che sta seguendo le orme del fratello. Di proprietà del Napoli ma che ha dilettato con le sue giocate Perugia, Reggina, Avellino e Latina. Infine c'è Marco, il più piccolo di casa che a soli 17 anni (nel 2012) faceva gioire i tifosi della Frattese
Lorenzo entra nelle giovanili del Napoli all'età di 15 anni. Non esordisce e come tutti i giovani viene girato in prestito. Prima a Foggia poi a Pescara. Su entrambe le panchine siede Zeman. Il tecnico bosniaco risulterà essere il punto di svolta della sua carriera. Lorenzo a Foggia e a Pescara affina il suo talento diventando sempre di più rifinitore e regista avanzata. In Abruzzo gioca con Immobile e Verratti, due dei tanti talenti più limpidi del calcio italiano. Dei tre Lorenzo sarà l'unico a non lasciare mai l'Italia. Il trio delle meraviglie trascinerà quel Pescara a una storica promozione in Serie A. Ma questa è un'altra storia. 
Tornato a Napoli cerca di rintagliarsi un ruolo da protagonista ma è ancora immaturo e il San Paolo lo fischia. La svolta della sua carriera arriva nella stagione 2014/2015 quando, durante un match contro la Fiorentina, rimedia la rottura del legamento crociato anteriore destro. Si teme il peggio. Torna in campo il 4 aprile 2015. E' la vera svolta. Lorenzo è diverso, più maturo. Delizia il plubblico con meravigliose giocate e assist perfetti ma non è ancora abbastanza. La stagione 2015/2016 sarà quella della vera esplosione grazie all'arrivo di Sarri. Chiude il campionato con doppia cifra di gol e assist. Molti gli scettici che in lui non hanno mai creduto. La stagione successiva è quella della consacrazione. Lorenzo migliora il suo score di gol e assist. E diletta anche i tifosi della Nazionale con giocate prelibate, reti sontuose e assist col contagiri. Adesso Lorenzo è un fenomeno internazionale. 
Il dilemma di questi giorni è legata alla "10". Quel numero, che fu del Dio del calcio, è stato ritirata da un decennio. In molti si interrogano se sia giusto oppure no dare a Lorenzo la possibilità di indossarla. Figlio di Napoli e talento indiscusso. 
I grandi del calcio napoletano. Quelli che con Diego hanno giocato. Si sono già espressi. "Reputo una sciocchezza ritirare le maglie. Insigne la merita. Giela darei". Così Giordano. "Nessuno l'ha mai meritata come Insigne". Questo Carnevale. E infine Romano: "E' giunto il momento di darla, perchè Insigne ha dimostrato di meritarla ed è degno erede, figlio della Napoli calcista". Ma la decisione finale spetta soltanto al San Paolo... che siano i tifosi a decidere.
Eppure, oggi, c'è chi ancora critica, fischia e insulta il Magnifico affermando che non ha ancora dimostrato con la maglia del Napoli. 

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