Nel racconto di quella che è stata la settima vittoria consecutiva del Napoli (eguagliato il record della stagione 1987/88), 2-0 sul campo della Lazio, ci sembra giusto partire dalla fine. Come accade ormai ogni domenica al San Paolo, anche all'Olimpico, i tifosi azzurri, solo numericamente in minoranza, a cinque minuti dal 90' iniziano ad intonare "Un giorno all'improvviso...". Un canto di passione che schiaccia via quei beceri cori razzisti rivolti dai tifosi della Lazio al difensore azzurro Kalidou Koulibaly e che hanno costretto l'arbitro Irrati alla sospensione della partita al 65'. In campo non è stato il solito Napoli che, soprattutto nel secondo tempo, ha abbassato troppo il proprio baricentro, ma che è stato capace di sferrare un doppio colpo letale all'orgoglio biancoceleste nel giro di due minuti tra il 24' ed il 27' del primo tempo. Ci hanno pensato i due "Galacticos", Higuain e Callejon, ad indirizzare la partita nel verso giusto. Sarri che doveva fare i conti con le assenze di Hysaj ed Allan, aveva poi scelto Strinic al posto di Ghoulam nel ruolo di terzino sinistro, ma è soprattutto a centrocampo che il terzetto composto da David Lopez, Jorginho ed Hamsik ha subito la confusione creata, più che il pressing, dei centrocampisti della Lazio. Napoli che, dopo appena cinque minuti, avrebbe potuto sbloccarla con Higuain, non al meglio, ma comunque capace di siglare di petto (gli mancava) il ventitreesimo gol in ventitre partite. Nella ripresa, oltre ai cori razzisti, si è visto ben poco, tranne una parata provvidenziale di Reina su Mauricio, poi beccato in fuorigioco. Al 90' la gioia dei tifosi azzurri può finalmente esplodere, con il Napoli che continua a viaggiare su ritmi elevatissimi (solo tre punti in meno della prima Juve di Allegri) e che tiene a distanza i bianconeri in vista dello scontro diretto del 13 febbraio allo Stadium.
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