La notte al San Carlo con Diego

16 gennaio 2017. Una data che molti difficilmente dimenticheranno. Un giorno non qualsiasi per Napoli, ma soprattutto  per i napoletani. Il ritorno del primo vero amore calcistico per la città di Partenope, ma anche un giorno di discussione. Maradona al San Carlo per una notte, un momento magnifico, ma solo per una parte dei napoletani: quella elitaria, la cosiddetta "Napoli bene" di imprenditori, politici, attori, calciatori, vip partenopei o anche di ragazzi e famiglie che hanno speso una parte dei loro risparmi per vedere per la prima volta, in carne ed ossa, quell'uomo di un metro e sessantanove centimetri che ha fatto sognare una città e il suo paese messo sempre in discussione per la politica. Dal San Paolo al San Carlo, dall'arena del popolo al salotto signorile di una Napoli storica e gloriosa, decaduta in nome di un'Unità. Suona strano questo cambio di location, un eroe di un popolo in un posto destinato per pochi, ma tutti l'hanno voluto questo momento e chi ha potuto lo ha visto per un'ora e mezza scarsa, facendolo bastare per alcuni e far lasciare l'amaro in bocca agli altri. Chi ha pagato quel salato biglietto se lo voleva godere, gustare con gli occhi per allietare il proprio cuore e la propria mente per quell'uomo nato nell'estrema povertà, salvato da mamma Tota e papà Diego, per poi essere consacrato a divinità pagana da chi gli ha dato tutto. Quei genitori oggi passati a miglior vita e che Diego ha ricordato con le lacrime agli occhi in quella notte, ringraziando chi glieli ha donati. L'omaggio di Gigi Savoia alla stella Maradona, la chiacchierata/intervista con l'intramontabile Gianni Minà con l'aneddoto sulla punizione devastatrice delle leggi della fisica contro la Juventus e gli incontri con i leader politici Fidel Castro e Chavez, per passare all'omaggio di Maurizio De Giovanni con alcuni compagni del primo scudetto, fino alla comparsa di 10 minuti di Alessandro Siani a fine serata, atteso per tutta la durata dello spettacolo, ma una pesante assenza salvata dalla dedica del Pibe de Oro al Diego jr per le burrascose vicende del passato e da poco dimenticate. E poi? lo spettacolo finisce, ma un vero finale non c'è, letteralmente. Cala il sipario e gli spettatori escono dal teatro, chi con il sorriso e chi amareggiato perché si aspettava qualcosa di più, forse più tempo per godersi Maradona oppure una conclusione migliore per chi ha pagato tanto per vedere il ritorno del Re di Napoli. È come se ti fossi gustato il piatto principale della serata e all'ultimo boccone, solitamente il più saporito e soddisfacente della portata, il cameriere ti porta via il piatto e ti dice sgarbatamente: "Il ristorante chiude, raggiunga l'uscita". Io l'ho visto lo spettacolo e la portata me la sono gustata fino in fondo perché ho avuto l'opportunità di incontrare Maradona dopo la chiusura. Sarà indimenticabile per me quella notte con tanto di foto e mi sento fortunato, ma se fossi stato un normale spettatore senza l'appena buona sorte annunciata, a fine serata me ne sarei andato anche io con l'amaro in bocca. Diego è di tutta Napoli, non di una sola parte e speriamo che al suo ritorno, la location sia quella dello stadio di Fuorigrotta con tutta la città come successe qualche anno fa in un Napoli-Roma di Coppa Italia, dal più facoltoso a quello più umile di questo popolo che TUTTO quanto ha amato l'uomo più importante della storia del squadra di Napoli, nessuno escluso.

Dislike non mi piace
0

Calciomercato

Le Opinioni

Serie A

Concept & Web Development
SmartBrand srl