La grande sfida del Davide del Sannio

Chissà se basterà un'altra fionda del nostro Davide campano per restare aggrappati a questo traguardo raggiunto con forza e volontà. Magari potrà servire una fionda, come quella usata da Puscas per il gol della serie A, o una simile a quelle del 3-0 che portò, nemmeno un anno fa, il Benevento dalla Lega Pro alla B. Il prossimo 20 agosto idealmente il testimone sarà tra le mani di capitan Lucioni e dell'allenatore Marco Baroni, emblemi di una squadra operaia che, con sacrificio e applicazione, ha completato uno strepitoso triplo salto (dalla Lega Pro alla serie A) in soli tre anni.

Nessuno, neppure il tifoso più ottimista, l'avrebbe immaginato nell'estate del 2005 quando la società fu punita per dissesto fiscale  e venne costretta a ripartire dalla C2. A salvarla fu la famiglia Vigorita, che gestisce una florida azienda che s'occupa di energie alternative, e che già si era avvicinata al calcio attraverso club minori. "Il nostro segreto? Un gruppo di lavoro che funziona, dalla proprietà a ogni membro dello staff. C'è un'alchimia speciale con una città che ha voglia di calcio. Benevento ama i nostri giocatori e loro gettano il cuore oltre l'ostacolo con grande senso d'appartenenza. Ho puntato su un mix tra giovani talenti affamati e inespressi ed esperti vogliosi di riscatto. In A guarderemo anche all'estero solo per migliorarci. Ho le idee chiare", sottolinea Oreste Vigorita. 

Una miscela che ha funzionato alla perfezione. Ha consentito a talenti di prospetto come Ciceretti (22 anni) di crescere senza assilli, ha trascinato il resto della squadra e ha fatto riscoprire una seconda giovinezza a gente come Ceravolo e Cissé che ormai il grande calcio sembravano aver messo alle porte. La serie A sarà un'altra storia. Ma state pur certi che il nostro caro Davide-Benevento avrà sicuramente una fionda per vincere la sua più grande sfida.

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