Fratelli d'Italia

Roma caput mundi. Era un'espressione che utilizzavano i latini. Significava capitale del mondo noto, riferendosi alla città di Roma. Si ricollegava alla grande estensione che raggiunse l'impero romano tale da rendere la città capitolina il crocevia di ogni attività politica, economica e culturale mondiale. 
Sono passati secoli. La storia è mutata. I tempi sono cambiati. Ma quell'espressione potrebbe essere utilizzata anche di questi tempi. Ovviamente con destinazione totalmente diversa. 
Nell'ambito calcistico, ciò che l'Italia sta vivendo in questi ultimi anni è una vera e propria invasione. I nostri allenatori stanno conquistando il globo dall'Asia all'America, all'Africa. In Europa da est a ovest passando per il centro. Sembrava strano quando Giovanni Trapattoni volò in Germania per allenare il Bayern Monaco nel '94. Dopo aver vinto il Trap ha conquistato il Portogallo con il Benfica e l'Austria con il Salisburgo. E' stato l'apripista di questo fenomeno. Poi è arrivato il momento di Fabio Capello diventanto allenatore del Real Madrid, Claudio Ranieri andò al Valencia e da lì ha girato mezza Europa. Poi Carlo Ancelotti che in questo ultimo decennio è divenuto l'icona di tutti gli allenatori italiani all'estero vincendo in Inghilterra, Germania, Francia e Spagna. Dopo, ovviamente, aver vinto in Italia. 
Partendo dal giugno 2016 sino a oggi, sono ben 21 i paesi in cui allenano i nostri tecnici, tra l'altro vincendo. Ancelotti domina in Germania, Conte la Premier League, anche Carrera ha conquistato il titolo di campione di Russia con lo Spartak Mosca. Mentre il nostro Marco Rossi ha conquistato il titolo in Ungheria con l'Honved e dalla prossima stagione allenerà il DAC Dunajska Streda in Slovacchia. L'anomalia, però, è in Inghilterra dove si considerano maestri del calcio. Infatti gli anglosassoni hanno fatto un'imbarcata di tecnici italiani in tutte le categoria. Cavasin ha allenato il Leyton Orient in seconda lega. Di Matteo, Zenga, Zola e poi Conte, Mazzarri e Guidolin. In totale sono otto gli allenatori azzurri. 
In Europa troviamo molti altri allenatori. Domenico Tedesco da quattro anni allena in Germania. Nella prossima stagione sarà il tecnico dello Schalke 04, avendo la possibilità di sfidare Ancelotti in Bundesliga. Attualmente in Francia sulla panchina del Laval allena Marco Simone. Vanta anche l'esperienza in Svizzerea alla guida del Losanna, e ancor prima era stato trainer del Monaco. Dopo l'esperienza di Prandelli al Valencia in Spagna, è il momento di De Zerbi sulla panchina del club iberico Las Palmas. Andrea Manzo, ex centrocampista di Fiorentina, Milan e Avellino, dal 2016 è alla guida del Lugano in Svizzera. Il suo predescessore è stato Paolo Tramezzani che oggi allena il Sion, sempre in Svizzera. Andrea Stramaccioni, noto al panorama italiano per aver allenato l'Inter, ha guidato il Panathinaikos in Grecia. Dalla prossima stagione sarà il tecnico dello Sparta Praga in Repubblica Ceca. Poi c'è Rodolfo Vanoli che ha avuto la possibilità di formare la sua carriera lontano dallo stivale. Lugano e Bellinzona in Svizzera, poi Koper in Slovenia e attualmente è alla guida dell'Olimpia Liubiana in Slovenia. In Romania troviano Stefano Maccoppi che (dopo una lunga esperienza maturata in Svizzera) allena il Ceahlul. Devis Mangia allena il Craiova (prima esperienza estera). Infine troviano Nicolò Napoli, ampio conoscitore del calcio rumeno. La sua ultima esperienza è stata sulla panchina dello Iasi. A Malta c'è Giovanni Tedesco alla guida del Floriana e in Albania Andrea Agostinelli allena lo Skenderbeu. Il capitolo Europa si chiude con Roberto Mancini che (dopo City e Galatasaray) torna ad allenare lontano dall'Italia. Questa volta sarà alla guida dello Zenit San Pietroburgo, in Russia. 
Poi ci sono l'Asia e l'Africa. L'ex ct della Nazionale Cesare Prandelli allenerà a Dubai. Avrà il dovere di riportare la squadra in zona Champions, poichè la competizione asiatica tra due anni si disputerà proprio a Dubai. E infine dovrà tentare di vincere anche il titolo degli Emirati Arabi. Prima di approdare in Asia, Prandelli aveva allenato in Turchia il Galatasaray e il Valencia in Spagna. Ma Prandelli non è l'unico in Asia. Sempre negli Emirati Arabi allena anche Fabio Viviani che è alla guida dell'Ittihad Kalba, sino alla passata stagione. A molti noto come il vice di Edy Reja sulla panchina del Napoli. Troviamo anche Massimo Ficcadenti. L'ex Cesena e Cagliari è responsabile tecnico della squadra giapponese Sagan Tosu. Squadra dove lo scorso maggio è andato a giocare l'ex attaccate del Cagliari Victor Ibarbo. In Cina troviano altre conoscenze del panorama calcistico italiano. Fabio Cannavaro è alla guida del Tianjin dopo aver allenato l'Al-Nassr, il Guangzhou e l'Al-Ahli. Fabio Capello, dopo moltissime esperienze e vittorie, ha accetto la sfida cinese sulla panchina del Jiangsu. Ciro Ferrara torna in panchina per allenare il Wuhan Zall. Poi c'è Gianni Solinas che in Arabia Saudita siede sulla panchina dell'Al-Faisaly. Prima ancora ha allenato in Algeria (quattro club diversi). Solinas vanta anche un'esperienza sulla panchina della compagine sudafricana del Free State Stars. Sino qualche mese fa, un tecnico sanmarinese, Marco Ragini, allenava in Africa l'Athletic Club Ujana a Kinshasa (capitale del Congo). Per adesso vantiamo soltanto un allenatore negli Stati Uniti: Alessandro Nesta alla guida del Miami in Florida. 
Poi c'è il capitolo dei commissari tecnici. Infatti negli ultimi anni le federazioni straniere hanno dimostrato di avere una grandissima ammirazione per gli allenatori italiani. Il primo è stato Cesare Maldini che, dopo essere stato il vice di Bearzot nel Mondiale dell'82, fu ct del Paraguay nel Mondiale del 2002. Lo stesso Giovanni Trapattoni ha allenato l'Irlanda. Fabio Capello l'Inghilterra e poi la Russia. Zaccheroni, invece, fu chiamato dalla federazione giapponese per allenare la nazionale nipponica, diventando anche campione asiatico. Attualemente ne abbiamo tre in giro per il mondo. Marcello Lippi sulla panchina della nazionale cinese. Pietro Ghedin a Malta da cinque anni. E Gianni de Biasi alla guida dell'Albania portandola alla storica qualificazione dell'Europeo francese. 

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