Ecco perché ora bisogna preoccuparsi

Con la testa infilata sotto la sabbia, come gli struzzi, così i ragazzi prodigio del Napoli si nascondono dinanzi all’ultimo lembo d’Europa. Lasciata male la Champions, abbandonata peggio l’Europa League, che dire se non che questo non é certo un biglietto da visita per la squadra che entusiasma col suo mantra d’attacco e d’avventura. Ma che poi cambia faccia e diventa brutta quando va all’estero. Che sia stato anche l’humus della città del tifo, e non solo, a condizionare il Napoli é fuor di dubbio. Quando si argomenta che è meglio concentrarsi sulla corsa scudetto, si ammette la propria vulnerabilità. Si tracciano irrimediabilmente i propri limiti. Delusione, insomma: é mancato quell’ “allure” che avrebbe potuto caratterizzare contro il Lipsia pure questo “Napolino” bis rivoltato come un calzino. Cosa non ha funzionato? Le scarse motivazioni di chi gioca meno degli altri e quindi la denuncia di una rosa poco adeguata; un improbabile schieramento d’attacco con relativa confusione di ruoli e mansioni; le prove disastrose di alcuni singoli: Diawara, innanzitutto. Un’involuzione così repentina di un calciatore non è di facile memoria. Il Napoli 2 ha voluto vivere un’esperienza importante, come se non avesse un peso. Insomma l’hanno detto. L’hanno fatto. Si sono arresi. Adesso non resta che chiudere il cerchio vincendo a maggio lo scudetto.

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