Con il Napoli non c’è più campionato

I capolavori del Napoli, o di Sarri (fate voi), non finiscono mai. Tuttavia sarebbe troppo semplice, però, collegare le bellezze napoletane ai quattro gol alla Lazio e/o alla meraviglia della rete di Mertens e Zielinski , perché per l’opera d’arte realizzata è giusto attribuire quel 4-1 a loro due. Di meraviglia in meraviglia bisogna poi passare al vero record forte del Napoli: la difesa.
Questa s’attiva fin dal limite dell’area di rigore avversaria: la squadra di Sarri cerca di ostacolare l’inizio dal basso dell’azione, già sulla rimessa del portiere il Napoli alza un numero di uomini tale da pareggiare gli avversari, cercando di forzare il lancio lungo da parte dell’estremo difensore.
Nel sistema di Sarri ogni scelta è legata all’altra a doppio filo: la difesa resta alta, all’altezza della linea di centrocampo, sia per mettere gli avversari in fuorigioco che per comprimere gli spazi e spingere centrocampisti e attaccanti all’aggressione in avanti. L’obiettivo del Napoli è quello di impedire una risalita veloce agli avversari, coprendo immediatamente la palla, togliendo all’altra squadra l’arma più pericolosa, ovvero il lancio in profondità sopra la difesa.
Il resto è la Lazio gambe all’aria, mai che abbia impensierito il Napoli. In grado di far gol senza fare un tiro in porta nemmeno quello dell’1-0. Se poi la differenza tra le due squadre sono quei diciassette punti che dividono la terza (Lazio) e la prima (Napoli), ogni altra analisi è un di più.

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