Addio a Carlo De Gaudio, ha fatto la storia del calcio e dello sport napoletano

 

 

Si é spento, nella sua casa di Ischia, Carlo De Gaudio. Aveva 86 anni, é stato un dirigente sportivo di altissimo livello, tanto da meritare l'onorificenza della commenda, concessa dopo la vittoria dell'Italia, ai mondiali di calcio 1982, in Spagna. De Gaudio fu il capo delegazione. Tuttavia fu anche membro del Grand Jury dell'Uefa e soprattutto presidente del Circolo Canottieri Napoli, del quale conservava la carica di presidente onorario. È proprio il Circolo fu quella che Carlo De Gaudio considerava la sua creatura e verso la quale nutriva un affetto smisurato. Lo staff di Toniiavarone.it commosso si associa al cordoglio di Annamaria, Chantal e Ugo. I funerali si terranno domani alle 13,30 nella chiesa di San Gennaro di Via Bernini a Napoli.

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Il triangolo di Tigellino, così come l'aveva ribattezzato Nino Petrone, é compreso tra il Vomero, il Molosiglio e via Alabardieri. Ci si andava in lieto pellegrinaggio, i "degaudiani",sono ancora tanti. Anche se qualcuno é stato falciato. É la piccola grande città di Carlo De Gaudio. Corrado Ferlaino ci gironzola in compagnia dei suoi ricordi, gli amici giornalisti di Carlo vi passeggiano spesso indolenti raggiungendo Umberto, il ristorante amato da De Gaudio. Era un bel percorrere e lo sarà per sempre. Perché sono i luoghi di Carlo-Tigellino. Hanno segnato i contorni e la polpa di amichevoli incontri, ma pure i giorni più felici dello sport italiano. E non solo. La sua Napoli é sempre stata l'ombelico del suo mondo. E Napoli ha avuto da lui e con lui i più grandi riconoscimenti internazionali. Era una gioia continua.

Il sorriso di Carlo ha sempre avuto un valore più alto di altri. Era l'immagine della sua anima, quel fotogramma eterno che come chicchi di grandine colpirà ora e sempre chi l'ha conosciuto, chi l'ha apprezzato, chi gli é stato vicino. Ora lassù, magari incontrerà Enzo Bearzot immerso tra le nuvole nella sua nuvola di fumo, che gli agiterà da lontano la pipa in radica per salutarlo. Così come fece in quei giorni di Spagna '82, quando l'Italia del pallone sbaragliò il mondo in un campionato che la nostra memoria conserverà per sempre. Forse incrocerà anche il presidente Pertini, che sventolerà la sua pipa per dargli il benvenuto.

E poi ci sarà quell'abbraccio forte di Fritz Dennerlein, l'indimenticabile gigante delle nostre acque di gloria e di una Canottieri Napoli ruggente, che si ripeterà così come era una volta. Le lacrime di oggi accompagnano un giorno troppo triste, ma carissimo Carlo ci sarà sempre lieve il tuo sorriso. Anche da lassù, nel cielo degli uomini forti e di sport.

toni iavarone 

 

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